Teatrini e marionette
Devo alla lezione di Guido Ceronetti, con il quale ho collaborato per molti anni, questa piccola verità da capocomico: “Se la marionetta è figura d’uomo, ne accoglie, per forza, anche la relatività della dipendenza dalle forze cosmiche, dal karma, dalla predestinazione e dalla prescienza divina. Nella scarsa misura in cui noi siamo liberi è libera la marionetta: ma con qualche libertà in più, creata da una adattabilità illimitata e da una superiore, sfrenata possibilità di attingere alle verità paradossali…”
Il mio Teatrino Antigravitazionale accoglie questo insegnamento e lo mette in pratica, affidando alla marionetta il compito di trovare il suo creatore. Inoltre, creare marionette, modellarle, vestirle, animarle, significa partecipare a quella pedagogia creatrice di cui ci parla Goethe, che nel 1753, all'età di quattro anni, in occasione del Natale ricevette in dono dalla nonna paterna un teatrino di burattini.
L’esperienza fu a tal punto travolgente che nel romanzo “La vocazione teatrale di Wilhelm Meister” il medesimo episodio è trasposto come una sorta di iniziazione alla radice di ogni creazione, come un affacciarsi tutt’altro che puerile al mondo infinito dell’Immaginazione.
Un ringraziamento speciale a Sara Baldis e ad Alberto Benigni per aver costruito il teatrino portatile più bello del mondo!